La Legge di Bilancio 2024 prevede importanti novità per quanto riguarda il congedo parentale. Una maggiore sensibilità nei confronti dei genitori lavoratori ha portato a migliorare l’entità di questo diritto per i dipendenti. Il perfezionamento riguarda l’incremento della percentuale di indennità per un mese dell’intero periodo del congedo.
Cos’è il congedo parentale, chi ne ha diritto e il decreto che lo disciplina
Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro. Viene concesso a lavoratori e lavoratrici per prendersi cura dei propri figli durante i primi anni di vita, in modo da soddisfare bisogni affettivi, relazionali, pratici e logistici.
La materia è disciplinata dal Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo Unico delle Disposizioni Legislative in Materia di Tutela e Sostegno della Maternità e della Paternità, a norma dell’Articolo 15 della Legge 8 marzo 2000, n. 53, che definisce i congedi, i riposi, i permessi e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori connessi alla maternità e paternità, oltre al relativo sostegno economico.
Il congedo parentale spetta esclusivamente ai dipendenti con un rapporto di lavoro in corso, mentre non riguarda lavoratori domestici, a domicilio e genitori con un rapporto di lavoro cessato o sospeso.
Quali sono le novità del 2024 per il congedo parentale?
Fino al 31 dicembre 2023 un mese di congedo parentale era indennizzato all’80%, mentre gli altri al 30%. A partire dal 1° gennaio 2024 i mesi all’80% sono saliti a due (ovvero uno è passato dal 30% all’80% di indennità). La misura rimarrà in vigore per tutto l’anno corrente, mentre nel 2025 un mese passerà dall’80% al 60% e l’altro resterà all’80%.
Congedo parentale: gli attuali diritti dei genitori lavoratori
Il congedo parentale spetta agli aventi diritto entro i primi 12 anni di vita del figlio/a per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a dieci mesi, elevabili a undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi. I due genitori possono godere di questo diritto anche contemporaneamente. La possibilità di astenersi dall’attività lavorativa spetta:
- Alla madre lavoratrice dipendente per un periodo di massimo sei mesi (continuativi o frazionati).
- Al padre lavoratore dipendente per un periodo di massimo sette mesi (continuativi o frazionati). Possono salire a sette in caso di estensione dal lavoro per un periodo di almeno tre mesi (anche frazionati).
- Al padre lavoratore dipendente, anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre (a partire dal giorno successivo al parto) e se la stessa non lavora.
- Al genitore solo per un periodo continuativo o frazionato di massimo undici mesi.
Va precisato che ai lavoratori dipendenti che sono genitori adottivi o affidatari, il congedo parentale spetta con le stesse modalità entro i primi 12 anni dall’ingresso del minore in famiglia, indipendentemente dalla sua età e non oltre il compimento della maggiore età. In caso di parto, adozione o affidamento plurimi, il diritto al congedo parentale spetta alle stesse condizioni per ogni bambino/a.
Che indennità spettano ai genitori con il congedo parentale?
- Indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata in base alla retribuzione del mese precedente l’inizio del periodo di congedo, entro i 12 anni di età del bambino/a (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) e per un periodo massimo complessivo (madre e/o padre) di nove mesi. Al padre e alla madre spetta un periodo indennizzabile di tre mesi, non trasferibili all’altro genitore, da fruire entro il dodicesimo anno (di vita o di ingresso in famiglia). A entrambi i genitori spetta, in alternativa tra loro, un altro periodo indennizzabile di tre mesi. In caso di genitore solo vengono riconosciuti nove mesi di congedo parentale indennizzati al 30% della retribuzione.
- Indennità pari all’80% della retribuzione media globale giornaliera, per due mesi complessivi e per entrambi i genitori, da fruire entro il sesto anno di vita o di ingresso in famiglia.
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