In Italia si può lavorare come libero professionista, dunque esercitando in maniera autonoma, oppure come dipendente, ovvero prestando le proprie competenze a un’azienda o a un altro lavoratore.
I regimi di tassazione sono differenti e anche le modalità di versamento dei contributi differiscono: nel primo caso è il diretto interessato ad adempiere al pagamento in prima persona, mentre nel secondo è l’impresa che paga lo stipendio a provvedere. Lo stesso discorso vale per i contributi previdenziali.
Il panorama è variegato. Vediamo nel dettaglio quante tasse devono pagare un lavoratore autonomo e un dipendente, valutando le varie differenze e simulando un paio di casi per avere un quadro più chiaro della situazione.
I regimi di tassazione per un lavoratore autonomo
I regimi fiscali previsti per i lavoratori con partita IVA sono due: regime ordinario e regime forfettario. Il primo si applica per quei professionisti che hanno un volume d’affari superiore a 65.000 euro annuali. In questo caso pagheranno l’IVA del 22% e l’IRPEF determinata in base ad un sistema di tassazione progressiva a scaglioni, con la possibilità di escludere dalle tasse le spese documentate legate allo svolgimento della propria attività di lavoro autonomo e i contributi previdenziali.
Chi ha invece aperto una partita IVA in regime forfettario potrà beneficiare di una tassazione agevolata, applicata a chi ha un incassato annuo inferiore ai 65.000 euro. La tassazione agevolata è pari al 15%, che scende al 5% per i primi cinque anni di attività. Inoltre non verrà applicata l’IVA in fattura. Tutte le tasse non verranno calcolate sull’effettivo totale dei guadagni, ma esclusivamente su una parte definita in base al codice ATECO, il quale identifica l’attività economica svolta dal lavoratore autonomo.
Oltre alle tasse che andranno versate allo Stato, bisogna aggiungere anche i contributi previdenziali, da corrispondere all’INPS o alla cassa di previdenza del proprio ordine professionale, se ne è provvisto. In questo caso la percentuale da versare in base al reddito cambia, ma è sempre calcolata dopo l’applicazione del coefficiente di redditività (il già citato codice ATECO, che determina quale parte dell’incassato debba essere sottoposta a tassazione e quale debba essere invece considerata come un costo correlato all’attività).
Facciamo l’esempio di un giornalista freelance che ha incassato 40.000 euro in regime forfettario. Il suo coefficiente di redditività è del 67% e dunque dovrà pagare le tasse su 26.800 euro. Se esercita la professione da più di cinque anni dovrà versare il 15%, ovvero 4.020 euro di tasse. Per i contributi previdenziali dovrà invece verificare le norme previste dalla cassa di previdenza dell’ordine e, una volta determinata questa cifra, avrà chiaro qual è il suo guadagno netto in un anno.
I regimi di tassazione per un lavoratore dipendente
La tassazione sui redditi di lavoro dipendente è rappresentata dall’IRPEF ed è calcolata applicando aliquote percentuali differenti a seconda dell’ammontare dell’imponibile IRPEF (pari allo stipendio lordo tolti i contributi INPS). L’aliquota varia in base al reddito (più è elevato e più l’imposta sarà alta). Le ritenute vengono effettuate alla fonte da parte del datore di lavoro, che si occuperà anche di tutti i versamenti.
Sulla retribuzione viene applicata, in genere, un’aliquota del 9,19% destinata al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FLPD), che può essere maggiorata se l’azienda è soggetta anche ad altre casse o fondi di integrazione salariale. L’importo che deriva da questo calcolo va tolto dalla retribuzione lorda.
Va considerato anche l’imponibile INPS, ovvero l’elemento su cui vanno calcolati i contributi previdenziali (sia quelli a carico del dipendente che quelli a carico del datore di lavoro). I primi vengono trattenuti sulle competenze (retribuzione lorda) riconosciute al lavoratore, ma entrambi gli importi vengono poi versati sotto la responsabilità dell’azienda con modello F24.
Ad esempio un dipendente con una RAL di 24.000 euro avrà una IRPEF netta di 2.043 euro e una IPERF lorda di 5.197 euro, avrà detrazioni pari a 2.794 e lo stipendio netto mensile sarà pari a 1.365 euro per 14 mensilità.