La logistica svolge un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo economico dei Paesi. Le previsioni per il 2024 parlano di un valore globale di 9,9 trilioni di dollari secondo il Contract Logistic Observatory. La tendenza di crescita è legata all’aumento dei volumi di trasporto e all’incremento del valore dei servizi logistici.
Come viene riportato nel Logistics Global HR Trends di Gi Group Holding, il 45% è concentrato nell’area Asia-Pacifico, mentre l’Europa è in terza posizione con il 19%, alle spalle anche del Nordamerica (24%). Si registrano interessanti sviluppi anche in Medio Oriente e in Africa.
La crescita economica globale e l’espansione di uno specifico modello di consumo, basati sulla personalizzazione di massa (grazie alla flessibilità dei sistemi produttivi) e sull’iperframmentazione del modello distributivo (merito soprattutto dell’e-commerce, che permette processi di acquisto ubiqui, informati e impulsivi), sono i fattori principali dello sviluppo della logistica.
L’evoluzione della logistica e la trasformazione tecnologica
Un settore logistico solido contribuisce a garantire la stabilità dei sistemi economici. Per svolgere questo ruolo strategico le catene di approvvigionamento devono dimostrare di essere resilenti e affrontare i rapidi cambiamenti. Gli effetti dei problemi avuti dal sistema sugli indicatori macroeconomici e sulle attività commerciali durante la pandemia hanno evidenziato la rilevanza di logistica e servizi di trasporto.
Il settore sta affrontando un’importante trasformazione tecnologica, fondamentale per trovare soluzioni in grado di ottimizzare i processi e ridurre i costi. L’aumento del costo dei fattori produttivi (carburante, manodopera, magazzini), la carenza di manodopera e la progressiva diminuzione del costo delle soluzioni tecnologiche stanno spingendo le aziende a cercare soluzioni per rimanere redditizie e competitive.
Si evidenzia una dinamica occupazionale in crescita e l’attuale trasformazione tecnologica sta aprendo interessanti opportunità professionali, richiedendo competenze e ruoli non tradizionali per il settore. Tra questi, sviluppatori di software, manutentori di sistemi altamente automatizzati, esperti di gestione dei dati e di intelligenza artificiale, sono alcune delle professionalità più richieste per la transizione verso la Logistica 4.0
Come superare la carenza di manodopera nel settore della logistica
Indubbiamente una delle maggiori preoccupazioni che le aziende di logistica si trovano ad affrontare oggi a livello mondiale è la carenza di manodopera, che non riguarda solo i blue collar, ma anche i principali lavoratori qualificati e i white collar. Oltre alla mancanza di figure professionali tradizionali come autisti e magazzinieri, si registra una diffusa difficoltà nel reperire personale specializzato in grado di supportare le aziende nei loro processi di innovazione.
Le cause della candidate shortage vanno dalla mancanza di corsi di formazione adeguati, all’alto costo dei lavoratori qualificati che, a loro volta, dipendono dallo squilibrio tra domanda e offerta. Tra i profili specializzati più ricercati vi sono addetti al customer care, data analyst, ingegneri logistici ed esperti di sicurezza informatica, ma anche persone con una grande conoscenza delle nuove tecnologie, come gli esperti di automazione dei processi.
Per superare la carenza di manodopera e attrarre lavoratori, le aziende utilizzano diverse leve. Queste includono incentivi economici, politiche di formazione, programmi di conciliazione vita-lavoro, soluzioni per aumentare l’ergonomia del posto di lavoro e programmi di welfare aziendale.
Molte imprese riconoscono l’importanza di migliorare l’ambiente di lavoro e di favorire la collaborazione con le università per aumentare la visibilità del marchio e promuovere il proprio settore anche tra le nuove generazioni.
L’importanza di una logistica sostenibile
Il settore mostra una tendenza a cercare soluzioni sostenibili, non solo da un punto di vista economico ma anche ambientale e sociale, per allinearsi agli obiettivi 2030 delle Nazioni Unite. Molte aziende, soprattutto quelle che si rivolgono a un target B2C, prestano particolare attenzione a questo aspetto.
Il ruolo chiave che la logistica svolge nelle economie e nelle società richiede una grande responsabilità. Per essere sostenibile, la logistica deve implementare pratiche volte a migliorare la sostenibilità della supply chain, che va dall’approvvigionamento delle materie prime alla lavorazione, allo stoccaggio, all’imballaggio e alla distribuzione, non limitandosi all’impronta ambientale ma coinvolgendo anche la sostenibilità economica e sociale delle attività.
Per quanto riguarda il trasporto a breve raggio, i camion elettrici sono spesso considerati l’opzione migliore, ma l’elevato investimento iniziale e i problemi legati ai tempi di ricarica frenano le aziende, sia nell’acquisto che nell’utilizzo dei veicoli elettrici. Per quanto riguarda il trasporto a lungo raggio, i camion alimentati a GNL e idrogeno sono le soluzioni più valide.
Tuttavia, la recente impennata dei prezzi del gas ha ostacolato gli investimenti delle aziende nei camion a GNL, mentre l’alimentazione a idrogeno per i trasporti richiede ancora qualche anno per essere considerata una soluzione matura.
Le soluzioni che potrebbero essere perseguite per combinare positivamente sostenibilità economica e ambientale sono legate all’ottimizzazione dei processi (ad esempio, aumentando la saturazione dei camion) e alla cooperazione tra azienda e cliente (ad esempio, incoraggiando questi ultimi a selezionare specifiche fasce orarie di consegna per implementare strategie di ottimizzazione dei trasporti). Inoltre, i responsabili della logistica dovrebbero collaborare con altri dipartimenti aziendali (ad esempio, i responsabili del marketing per comunicare gli investimenti in termini di innovazioni) per attuare soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale.
Il settore della logistica è stato spesso criticato per i problemi di sostenibilità sociale e non è raro leggere notizie sulle cattive condizioni di lavoro. I problemi più rilevanti in questo ambito riguardano i bassi salari, lo sforzo fisico e lo stress associato al lavoro su turni. Questi aspetti dipendono in larga misura dalla legislazione lavoristica specifica del Paese, dalle regole che disciplinano le trattative tra aziende e sindacati e dai contratti dei lavoratori operativi.
Dove sta andando la logistica? Tra sviluppo, innovazione e attrattività
Nei primi due decenni del 2000 abbiamo assistito a una profonda trasformazione dei modelli di produzione, acquisto e distribuzione che ha portato ad un cambiamento irreversibile nelle abitudini di consumo e ha modificato le catene di approvvigionamento a livello globale.
La logistica ha fornito le infrastrutture chiave per questi cambiamenti e per lo sviluppo economico e sociale di molti Paesi a livello globale. Nei prossimi anni assisteremo a ulteriori trasformazioni accelerate dal processo di digitalizzazione della logistica, che si è rivelato cruciale durante la pandemia, per rispondere allo stress delle catene di approvvigionamento globali e per garantire una maggiore efficienza e flessibilità operativa.
Scopriremo presto come innovazioni quali Big Data Analytics, Blockchain, IoT, 5G, Intelligenza Artificiale e Additive Manufacturing cambieranno la supply chain e influenzeranno i rapporti di forza tra gli attori del mercato, ridisegnando gli attuali modelli di business. Il settore della logistica è pronto a sfruttare al meglio questi sviluppi e cambiamenti, dimostrando ancora una volta la sua capacità di giocare un ruolo fondamentale e imprescindibile nel miglioramento dei sistemi economici e nel funzionamento di qualsiasi altra attività produttiva.
Lo studio condotto dall’INTWIG e dall’Osservatorio Contract Logistics mostra interessanti tendenze relative ai Paesi analizzati, che vanno dalla costante crescita del settore alla trasformazione tecnologica; dalle soluzioni sostenibili alla crescente dinamica occupazionale. La continua innovazione tecnologica genera interessanti opportunità professionali, richiedendo competenze e ruoli non tradizionali per il settore. Dal punto di vista HR, ciò significa che le aziende sono in grado di attrarre competenze nel campo del Digital & Automation per realizzare questa trasformazione.
Nonostante il settore non goda in generale di un alto livello di attrattività, il livello medio di soddisfazione dei dipendenti della logistica è più alto di quello espresso da quelli impiegati in altri settori. Tuttavia, in un mercato del lavoro caratterizzato da un’ampia carenza di manodopera, con una specifica mancanza di lavoratori in ruoli chiave per la trasformazione digitale e il processo di automazione, il basso livello di attrattività può diventare un fattore limitante.
Allo stesso tempo, un settore che considera la flessibilità operativa come un ingrediente fondamentale per rispondere rapidamente alle fluttuazioni del mercato e rendere più efficiente il costo del lavoro deve anche essere in grado di attrarre forza lavoro nel settore del magazzino. Un lavoratore su due dichiara di avere accesso a parcheggi, caffè e acqua gratuiti, servizi di mensa e anche a qualche forma di assicurazione sanitaria.
Infine, per quanto riguarda gli stipendi, l’indagine mostra che non ci sono svantaggi per chi lavora nel settore, che è paragonabile ad altre mansioni simili. Alla luce di questo cambio di paradigma, che ha portato il mercato da “orientato al cliente” a “orientato al candidato”, le aziende sono ben consapevoli del fatto che devono aumentare l’attrattività e, ancor prima, investire in politiche di retention.
Per trattenere i lavoratori, le aziende non hanno altra scelta che creare condizioni di lavoro il più possibile accoglienti, promuovendo ambienti di lavoro basati su relazioni positive e su sistemi di total rewards (retribuzione, politiche di welfare, benessere ed etica aziendale). In secondo luogo devono trovare soluzioni per promuovere la propria offerta di lavoro, utilizzando azioni di comunicazione e marketing espressamente rivolte ai potenziali candidati.
Affinché questi fattori funzionino davvero, le aziende devono accettare le mutate condizioni del mercato del lavoro, dotarsi di politiche di Employer Branding moderne, avanzate e coinvolgenti, offrire sfide professionali stimolanti e mantenere le promesse fatte ai propri lavoratori. Sono sfide che i manager della logistica, soprattutto HR e Operations, devono sentire come proprie, aggiornando metodi e approcci alla gestione delle organizzazioni e della forza lavoro.
I servizi di Gi HR Services per le aziende
Da un punto di vista di sostenibilità economica e sociale, è fondamentale che le aziende appartenenti al settore logistico e i loro committenti, corrispondano ai lavoratori trattamenti retributivi (comprese le quote di trattamento di fine rapporto), contributi previdenziali e premi assicurativi, dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto.
Il Decreto Legislativo n. 276/2003, noto come riforma Biagi definisce il regime di responsabilità solidale caratterizza dai vari soggetti coinvolti nella supply chain: committente, appaltatore, eventuale subappaltatore. La responsabilità solidale prevede, dunque, che se il datore di lavoro non paga (appaltatore o subappaltatore), allora dovrà farlo chi si avvantaggia della prestazione dei lavoratori impiegati nell’appalto (il committente e/o il sub committente).
Aggiungiamo che l’obbligo è previsto in solido con l’appaltatore, nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori entro il limite di due anni dalla cessazione dell’appalto (cinque anni per le componenti contributive ed assicurative).
Inoltre, in ambito di SSL – Salute e Sicurezza sul Lavoro, i controlli sono sempre più stringenti con un tasso di irregolarità del 72%, ossia illeciti accertati nei confronti di 59.023 aziende.
La conformità alle normative rimane dunque un aspetto di grande rilevanza nel dibattito più ampio della cultura positiva della sicurezza. I numeri testimoniano la necessità di costruire sistemi di salute e sicurezza sempre più efficaci sul posto di lavoro, prevenendo possibili crisi e mitigandone gli effetti attraverso l’identificazione e la valutazione di tutti i fattori di rischio.
Il tema è di altissima attualità e urgenza e molte aziende stanno correndo al riparo per evitare il rischio di illeciti, purtroppo sempre più frequenti in entrambi gli ambiti.
Le organizzazioni che intendono appaltare delle attività devono selezionare con cura i fornitori, avvalendosi di una struttura ben organizzata e composta da professionalità esperte e certificate. Questo è fondamentale per tutelarsi il più possibile da eventuali inadempienze o problematiche di varia natura che potrebbero insorgere nel tempo.
La soluzione più sicura è quella di affidarsi ad un partner specializzato nella verifica e nei controlli necessari nei confronti delle aziende appaltatrici. Il nostro servizio personalizzato di consulenza, si occuperà di gestire per te attività come la verifica completa della documentazione riferita al personale impiegato nell’appalto e di restituire un’analisi accurata del fornitore, riportando eventuali criticità rilevate.
Gi HR Services, grazie al servizio dedicato al controllo fornitori per la Responsabilità Solidale, si pone come partner ideale delle aziende committenti nella verifica e nei controlli necessari nei confronti delle aziende appaltatrici, al fine di scongiurare conseguenze sanzionatorie e danni di immagine nei confronti del Cliente/Committente.
Da oltre 20 anni, siamo leader nel panorama italiano dell’outsourcing dei processi amministrativi HR e della gestione delle risorse umane, impegnati attivamente e costantemente in attività di ricerca, sviluppo ed innovazione per i nostri clienti e le loro persone, indipendentemente dalla tipologia di business e settore di riferimento.