Il Piano Transizione 5.0 è entrato in vigore lo scorso 2 marzo, dopo essere stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 26 febbraio 2024 con il Decreto Legge PNRR. Nello specifico viene previsto il riconoscimento di un credito di imposta a quelle imprese e organizzazioni che investono nella digitalizzazione nella transizione green e in progetti di innovazione che consentono una riduzione dei consumi energetici.
La misura è attiva indipendentemente dalla forma giuridica, dal regime fiscale di determinazione del reddito, dal settore economico di appartenenza e dalla dimensione dell’azienda, per investimenti effettuati nel biennio 2024-2025. Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’evoluzione degli incentivi precedenti e si prefigge l’obiettivo di produrre risultati misurabili in termini di efficienza energetica e risparmio dei consumi, aumentando la spinta verso l’innovazione delle attività produttive.
Le cifre del Piano Transizione 5.0 e cosa sostiene
Il Piano Transizione 5.0 prevede risorse complessive pari a 6,3 miliardi di euro (provenienti dal programma Re Power EU), i quali si sommano ai 6,4 miliardi di euro già garantiti da Transizione 4.0. L’agevolazione è disciplinata dal Decreto Legge 2 marzo 2024, n. 29 e poi convertito dalla Legge 29 aprile 2024, n. 59.
Le imprese hanno diritto a un credito di imposta per gli investimenti effettuati in uno o più beni materiali strumentali all’esercizio d’impresa, presenti negli Allegati A e B della Legge 11 dicembre 2016, n. 232 e che:
- Permettono di ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in una misura non inferiore al 3%.
- Consentono di abbassare i consumi dei processi interessati dall’investimento in una quota non inferiore al 5%.
Sono sostenuti anche l’acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili e le spese per la formazione del personale finalizzate all’acquisizione o al miglioramento di competenze riguardanti tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica (massimo 10% della spesa in beni strumentali e non oltre i 300.000 euro).
Il limite massimo dei costi ammissibili ai fini dell’agevolazione è pari a 50 milioni di euro annui per ciascun soggetto beneficiario. In questo modo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) si impegna a sostenere le aziende italiane nella transizione verso un’economia più sostenibile, che favorisca la creazione di valore, la competitività e l’innovazione.
In che misura viene applicato il credito di imposta del Piano Transizione 5.0?
Il Decreto Legge specifica chiaramente che il beneficiario è tenuto a presentare apposite certificazioni, rilasciate da un valutatore indipendente, per poter usufruire del credito d’imposta, che viene applicato secondo determinate percentuali:
- 35% della spesa per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
- 15% della spesa per gli investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro.
- 5% della spesa per gli investimenti compresi tra 10 e 50 milioni di euro.
- Se l’investimento porta a una riduzione dei consumi energetici superiore al 6% allora è previsto un credito, nell’ordine, del 40%, 20% e 10%. Il tax credit sale al 45%, 25% e 15% in caso di risparmio che va oltre il 10%.
Digital transformation, Piano Transizione 5.0 e i servizi di Gi HR Services
Tra i beni eleggibili figurano anche i software che monitorano i consumi energetici e gestionali utili per l’impresa, come i software ERP, a patto che siano acquistati insieme a soluzioni di reportistica per la sostenibilità aziendale e la digitalizzazione dei processi di HR Administration.
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